Il melanoma è il cancro della pelle più pericoloso e colpisce soprattutto persone under 50. Fino a qualche anno fa, un melanoma in uno stadio avanzato era una condanna a morte. Oggi le cose stanno cambiando, grazie ai nuovi farmaci e ai test genetici.
Quando il melanoma raggiunge lo stadio III o addirittura IV, le terapie possibili si riducono. Negli ultimi anni, stanno però nascendo dei nuovi trattamenti basa sul profilo genetico del tumore. L’individuazione di eventuali mutazioni genetiche può aiutare a individuare le cause della proliferazione delle cellule. In questo modo diventa più facile controllare e magari fermare il processo, rallentando lo sviluppo del tumore.
Il gene più conosciuto causa del melanoma è BRAF: metà dei melanomi presenta mutazioni al suo interno. Una volta individuato, è quindi possibile elaborare un approccio il più possibile “su misura” per il paziente. Ad esempio, un trattamento innovativo prevede l’uso di un BRAF inibitore combinato con un inibitore della proteina MEK. Una volta iniettati, i due inibitori individuano la proteina BRAF mutata e la fermano. Il tumore si ferma e il paziente ha un’aspettativa di vita maggiore.
Il trattamento di cui sopra si è fino ad ora rivelato efficace sui tumori a tutti gli stadi. Nelle fasi precoci del melanoma, sembra ridurre il rischio di recidive. Diventa quindi sempre più importante eseguire test genetici specifici nelle primissime fasi, così da intervenire fin da subito nel modo migliore.
Fonte: corriere.it