Un gruppo di ricercatori ha scoperto un legame tra il gene ANO7 e il grado di aggressività del tumore alla prostata. Chi presenta determinate mutazioni genetiche, sarebbe più a rischio di sviluppare una forma violenta della malattia. I portatori del gene modificato avrebbero inoltre minori possibilità di sopravvivenza rispetto alla media.
Ad oggi non esistono modi per diagnosticare le forme violente di cancro alla prostata nelle prime fasi. I ricercatori hanno quindi studiato il DNA di 1.700 pazienti, confrontandolo con quello di altrettanti uomini sani. Si sono concentrati sulle mutazioni del gene ANO7, già collegato a questo tipo di tumore. Hanno così individuato delle mutazioni genetiche legate alle forme aggressive di tumore.
Secondo i ricercatori, un test genetico per il gene ANO7 potrebbe identificare i pazienti a rischio nelle prime fasi. Ciò permetterebbe di agire fin da subito con trattamenti più efficaci e meglio indirizzati. Ciononostante, il legame tra il gene e la malattia è ancora poco chiaro. Gli scienziati non sono ancora riusciti a comprendere quali sono le funzioni biologiche di ANO7. Ulteriori studi a riguardo potrebbero forse portare allo sviluppo di trattamenti che agiscano su queste funzioni.
Il team della professoressa Johanna Schleutker ha individuato una mutazione in particolare. I portatori hanno più probabilità di ammalarsi ed è più facile che sia una forma grave di tumore. Un’altra mutazione è invece legata a minori probabilità di sopravvivenza. I dati potrebbero però essere parziali.
Nonostante il campione dello studio fosse molto ampio, comprendeva solo individui caucasici. Per validare la scoperta saranno necessari studi che coinvolgano soggetti provenienti da altre zone del mondo.
Fonte: utu.fi/en