Più di 300 esperti hanno analizzato 120 mila persone provenienti da tutto il mondo. Lo studio è stato pubblicato su Nature. Rivela che sono più di 12 i geni direttamente coinvolti nello sviluppo del diabete di tipo 2. I ricercatori potrebbero usarli in futuro come target per nuovi farmaci, volti al trattamento della patologia.
La ricerca sfrutta lo studio di associazione genome-wide, una tecnologia in grado di analizzare in una volta sola migliaia di geni. I ricercatori hanno così analizzato il DNA di persone diabetiche e l’hanno confrontato con quello di persone sane. Hanno analizzato il ruolo di geni rari e di geni comuni, esaminando quanto certi errori incidano nello sviluppo della malattia. Molte delle varianti erano già state individuate in studi precedenti. Eppure una dozzina di queste si sono rivelate molto più rilevanti rispetto alle altre. La dozzina di anomalie individuate sarebbero infatti responsabili in maniera diretta dell’insorgere del diabete di tipo 2. Questo nonostante siano frequenti e legate anche ad altre malattie, come la steatosi epatica.
Le dodici anomalie sono varianti comuni, che pure potrebbero rivelare alcuni importanti meccanismi dello sviluppo del diabete di tipo 2. Secondo i ricercatori, infatti, una buona fetta del rischio sarebbe in realtà sfrutto dell’accumularsi delle anomalie frequenti nella popolazione. Le anomalie rare avrebbero un ruolo di gran lunga minore. Lettura che lascia scettico il genetista David Goldstein, della Columbia University. Secondo lui le anomalie comuni sarebbero alla base solo di una piccola fetta di episodi. Bisognerebbe invece concentrarsi su geni più rari e meno diffusi.
Fonte: quotidianosanita.it