Uno studio dell’Ospedale Saverio De Bellis rivela la variante genetica della longevità. È presente in 8 centenari su 10 e protegge contro invecchiamento, diabete, tumori e malattie cardiovascolari. La scoperta aiuterà a comprendere meglio i processi di invecchiamento. Inoltre, sarà uno strumento prezioso per la medicina personalizzata.
I ricercatori hanno preso le mosse da una serie di studi internazionali, che hanno a propria volta coinvolto oltre 15 mila persone. Grazie ai dati di questi volontari, gli studiosi hanno individuato una variante genetica propria delle persone molto longeve. Si calcola che la variante sia presente in circa l’80% dei centenari di tutto il mondo.
In che cosa consiste l’anomalia benefica? La variazione interessa un piccolo frammento di DNA, il gene FOXO3 per essere più precisi. Chi nasce con questa caratteristica genetica è più resistente allo stress cellulare. Ciò gli permette di invecchiare meglio e in gran parte di evitare patologie come diabete e cancro. Per di più, i possessori della variante sono anche più resistenti ad eventuali rischi di tumore.
La mutazione di FOXO3 pare avere effetti positivi anche in tempi non sospetti. È infatti legata a un minor rischio di malformazioni fetali. I suoi portatori gestiscono meglio anche le condizioni climatiche sfavorevoli ed eventuali problemi di alimentazione.
Lo studio posiziona un nuovo tassello nel quadro della medicina e della diagnostica di precisione. Questa scoperta aiuterà a sviluppare nuovi test genetici, che predicano i possibili effetti di un farmaco prima della somministrazione. La variante potrebbe inoltre diventare un marker predittivo che aiuti nell’ambito delle valutazioni prognostiche e terapeutiche.
Fonte: repubblica.it