La capacità di immedesimarsi in chi abbiamo davanti è una qualità scritta nei nostri geni. È quanto ha dimostrato un team di scienziati provenienti da quattro importanti istituzioni internazionali. I ricercatori che hanno partecipato allo studio provengono infatti dall’Università di Cambridge, dall’Istituto Pasteur, dall’Università Diderot e dal CNRS.
Nel 2002 un team di Cambridge ha realizzato un test per calcolare quanto una persona fosse empatica. Le domande misurano il quoziente di empatia (EQ) della persona valutando empatia cognitiva e affettiva. La prima è la capacità di riconoscere sentimenti e pensieri degli altri; la seconda è la capacità di rispondere con un’emozione appropriata.
Grazie al test si è scoperto che il livello di empatia cambia da persona a persona. Inoltre, le donne sono in media più empatiche degli uomini. I ricercatori hanno quindi deciso di studiare le cause biologiche di queste differenze. Lo studio internazionale ha rivelato che l’empatia è frutto sia di fattori ambientali sia di fattori genetici.
I ricercatori hanno sottoposto il test per il quoziente di empatia a 46.000 persone. Dopodiché hanno prelevato anche un campione di saliva a ciascuna di loro in modo da analizzarne il DNA. Confrontando i due risultati, è emerso che il livello di empatia dipende da fattori genetici almeno per un decimo. Queste minime variazioni genetiche potrebbero essere la radice per disturbi comportamentali.
Nonostante le donne risultino in media più empatiche, non paiono esserci differenze significative a livello genetico. Secondo i ricercatori, il merito potrebbe essere dei livelli ormonali, molto diversi tra i due generi.
Fonte: panorama.it