Un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School, del Children's Hospital e del Broad Institute di Boston avrebbero scoperto il gene responsabile di molti casi di schizofrenia. Lo studio, pubblicato su “Nature”, potrebbe aprire le porte a nuovi trattamenti contro questa malattia.
Secondo l’Oms, al mondo ci sono oltre 25 milioni di individui affetti da schizofrenia. La malattia provoca allucinazioni visive e uditive; deliri paranoidi; discorsi privi di un filo logico. Con l’andare avanti della malattia, il malato abbandona sempre di più la vita sociale e si rinchiude nel suo mondo. Al momento non esiste una cura, nonostante le molte ricerche fatte in merito. L’unico elemento chiaro della malattia è il ridotto numero di sinapsi nel cervello di chi ne è affetto. Mancando le sinapsi, quindi le regioni che fanno fisicamente da ponte tra i neuroni, questi non riescono a comunicare in maniera normale.
Gli studiosi americani avrebbero individuato una proteina alla base della riduzione del numero di sinapsi. Analizzando il DNA di oltre 64.000 individui, di cui circa la metà malati, i ricercatori avrebbero trovato un’associazione tra la malattia e una variazione genetica. L’anomalia sarebbe stata riscontrata nel cromosoma 6, quello che contiene i geni responsabili della risposta immunitaria. Qui c’è un gene che codifica la proteina di cui sopra e che nei malati di schizofrenia non funzionerebbe a dovere.
Chi soffre di schizofrenia avrebbe un livello di proteina C4 superiore alla media, localizzata nei neuroni. Con l’aumento della proteina, aumenta anche l’attività di “potatura sinaptica”. In condizioni normali, la potatura serve per ridurre l’eccesso di connessioni tra i neuroni. È particolarmente attiva durante il passaggio tra adolescenza ed età adulta, e serve per stabilizzare le connessioni celebrali.
In presenza di un’anomalia nella produzione di C4 e di condizioni ambientali particolari, la potatura sinaptica raggiungerebbe livelli eccessivi e causerebbe la malattia. Questo spiegherebbe anche l’insorgenza della schizofrenia proprio in questo periodo della vita.
Se la scoperta fosse confermata, si avrebbe un bersaglio molecolare contro cui sviluppare farmaci mirati che prevengano la schizofrenia.
Fonte: ilpiccolo.gelocal.it