Una ricerca di respiro internazionale ha rivelato una nuova possibile terapia per la fibrosi cistica. È infatti emerso che la timosina alfa 1, un immunomodulante già usato in altri ambiti, combatte l'infiammazione collegata alla malattia. La scoperta è degli studiosi dell'Università di Perugia, dell'Università San Raffaele di Roma e della George Washington University.
I medici usano la timosina alfa 1 fin dal 1979 come immunomodulante. Secondo la nuova ricerca, la molecola è in grado di correggere il difetto genetico e tissutale della fibrosi cistica. Riduce inoltre l'infiammazione che caratterizza la malattia, con conseguente miglioramento dei sintomi e della qualità della vita. Tutto questo può portare ad elaborare un nuovo tipo di trattamento, che allunghi le aspettative di vita dei malati. Infatti ad oggi, nonostante le tante scoperte fatte, un malato di fibrosi cistica non supera i quarant’anni.
La timosina alfa 1 è la versione sintetica di un peptide del timo, organo che produce alcune cellule del sistema immunitario. I ricercatori l'hanno testato su cavie affette da fibrosi cistica e su campioni di tessuti prelevati dai pazienti. Il farmaco ha corretto alcune alterazioni presenti nei bronchi e nell'intestino tenue delle cavie. Ha anche ridotto l'infiammazione e stimolato la maturazione della proteina Cftr, la cui carenza provoca la malattia.
Secondo i test, la timosina alfa 1 ferma la progressione della malattia, il che la rende un promettente agente terapeutico. È inoltre già approvata e in commercio in 35 paesi, come farmaco contro le infezioni virali e gli stati di immunodeficienza. Adesso si dovranno avviare ulteriori studi riguardanti la fibrosi cistica nello specifico, così da confermare le scoperte.
Fonte: corriere.it