Uno studio pilota guidato dalla professoressa Géraldine Delbès, dell’Institut National de la Recherche Scientifique (INRS) di Laval, si concentra sugli effetti della chemioterapia sulla fertilità maschile. Il team ha analizzato le conseguenze dei trattamenti condotti prima e dopo la pubertà.
Secondo alcuni studiosi, la chemioterapia influenza ben poco la fertilità maschile, se condotta in età prepuberale. Fino a una certa età, infatti, i testicoli sono dormienti e non producono spermatozoi. Lo studio in questione smentisce questa credenza: la chemioterapia influenza il modo in cui si dividono le cellule, con effetti nell’immediato e nel lungo periodo.
La professoressa Delbès ha studiato la fertilità di 13 pazienti, tutti sottoposti a chemioterapia da bambini. Ha confrontato i dati con quelli di volontari sani e di ragazzi sottoposti alle cure dopo l’inizio della pubertà. Inoltre, ha tenuto conto anche del tipo di farmaci usati per i trattamenti.
Da quanto è emerso, gli effetti dei trattamenti sulla fertilità non dipendono dall’età del paziente. La chemioterapia riduce la quantità e la qualità dello sperma prodotto in età adulta, anche se è stata condotta prima della pubertà. Non esiste un periodo in cui i testicoli sono immuni agli effetti negativi della terapia. Le antracicline paiono essere i farmaci che danneggiano di più gli spermatozoi, causando danni nel DNA anche anni dopo i trattamenti.
La chemioterapia è spesso l’unico trattamento disponibile, il che la rende pressoché inevitabile in tanti casi. Comprendere le effettive conseguenze sul fisico dei più giovani può però aiutare a prevenire e trattare eventuali casi di infertilità.
Fonte: inrs.ca