Il professor Eric Achtyes dell’Università del Michigan ha condotto un nuovo studio sulla depressione post-partum. Da quanto è emerso, l’insorgere di infiammazioni durante e subito dopo la gravidanza potrebbe essere collegato al fenomeno. Il legame tra le due cose non è ancora del tutto chiaro, però.
Le infiammazioni hanno un ruolo essenziale in gravidanza. Nelle prime fasi della gravidanza, servono a difendere l’embrione dal sistema immunitario della madre. In condizioni normali, dovrebbero svanire in breve tempo, una volta che non sono più necessarie. Capita però che le reazioni infiammatorie si protraggano più a lungo del previsto, con forse conseguenze anche sulla salute psicologica della madre.
Dopo il parto, è normale sperimentare un calo dell’umore. Il fenomeno viene detto “baby blues” e non va confuso con la molto più seria depressione post-partum. Quest’ultima è una condizione medica sera, che può peggiorare in breve tempo e richiedere anche l’ospedalizzazione della neo mamma.
La depressione post-partum colpisce circa 1 donna ogni 5, il che la rende un disturbo più diffuso di quanto si creda. Ciononostante, si tratta di un problema ancora poco compreso, che spesso affonda le proprie radici durante la gravidanza. I primi sintomi tendono a manifestarsi nelle ultime settimane della gestazione, peggiorando dopo il parto. Nel 14% dei casi, provoca perfino pensieri suicidi. Secondo gli autori dello studio, le infiammazioni potrebbero essere una delle cause.
I ricercatori hanno analizzato il sangue di 165 pazienti incinte. In alcune di queste hanno individuato diversi fattori infiammatori, con alti livelli di citosine. Inoltre, gli scienziati hanno osservato una drastica riduzione della seratonina. Entrambe le cose paiono essere collegate a un rischio maggiore di depressione post-partum.
Fonte: vai.org