Una mutazione nel gene EGFR aumenta il tasso di sopravvivenza nei malati di tumore ai polmoni. A 3 anni dalla diagnosi, il 28% dei pazienti trattati con osimertinib era ancora sotto trattamento. Numeri notevoli, se si considera il tasso di sopravvivenza medio di chi soffre di questo tipo di malattia.
Lo studio Flaura ha analizzato le risposte a osimertinib dei pazienti affetti da tumore al polmone non a piccole cellule. Lo studio si è concentrato sui casi di tumore localmente avanzato o metastatico, focalizzandosi sui soggetti con una mutazione nel gene EGFR. La mutazione riguarda il 30%-40% dei pazienti asiatici e il 10%-15% dei pazienti europei.
I soggetti con la mutazione di EGFR sono risultati particolarmente sensibili agli inibitori della tirosin chinasi. Gli inibitori bloccano le via di segnalazione cellulari, impedendo alle cellule tumorali di orientare la propria crescita. Il farmaco osimertinib è proprio un inibitore della tirosin chinasi e si basa su questo principio.
I pazienti del gruppo di controllo hanno mostrato una sopravvivenza media di circa 31,8 mesi. I pazienti trattati con il farmaco hanno raggiunto una media di 38,6 mesi. Inoltre, a 3 anni solo il 9% dei pazienti del gruppo di controllo era ancora in trattamento. Ciò dimostra l’efficacia del farmaco in questo tipo specifico di tumore in stadio avanzato, che colpisce solo in Italia circa 2.150 pazienti ogni anno.
Fonte: repubblica.it