Un gruppo di ricerca di Boston ha evidenziato che livelli troppo alti di tireotropina sono associati a un maggior rischio di parto prematuro. Il fenomeno è inoltre ricollegabile ad aborti spontanei, distacco della placenta, preeclampsia, ipertensione gestazionale. È quindi importante eseguire appositi test prenatali, così da individuare per tempo il problema e affrontare nella maniera adeguata.
Lo studio si basa sull’analisi retrospettiva di 6100 donne in gravidanza, di età media intorno ai 29 anni, curate presso il Boston Medical Center tra il 2007 e il 2014. I ricercatori hanno escluso dalle analisi qualsiasi donna con problemi alla tiroide conclamati. Si sono concentrati invece su coloro di cui erano disponibili i dati riguardanti i livelli di tireotropina. A partire da questi, hanno evidenziato eventuali legami con parti prematuri. È emerso che il 63% delle donne aveva fatto un controllo dei livelli di tireotropina nel primo trimestre. Di queste il 6,3% aveva livelli troppo alti dell’ormone e aveva evidenziato un maggiore rischio di parto prematuro.
Secondo lo studio, le donne con livelli di tireotropina sopra la media hanno il 52% in più del rischio di partorire in anticipo. Queste nuove evidenze hanno aperto il dibattuto sulla necessità di uno screening universale, effettuando test prenatali per l’ipotiroidismo su tutte le donne in gravidanza. Alcuni medici ritengono, invece, che i test siano necessari solo per le donne con sintomi ricollegabili all’ipotiroidismo. In quest’ultimo caso, però, il rischio è di far passare inosservati casi meno evidenti ma comunque pericolosi.
Fonte: medscape.com