La depressione affligge più di 300 milioni di persone nel mondo ed è una delle principali cause di disabilità. Le cause sono in parte ancora poco chiare. Si pensa che la malattia sia causata dall’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Spesso si manifesta durante l’adolescenza, ma rimane non diagnosticata per anni. Per questo motivo è fondamentale identificare i fattori di rischio per tempo, così da intervenire il prima possibile.
Un team internazionale ha studiato un nuovo metodo per calcolare il rischio genetico di depressione. Gli scienziati hanno analizzato le varianti genetiche associate alla depressione, identificate in un campione di 460.000 adulti. In questo modo hanno redatto un punteggio che riflette il rischio genetico di depressione, basato sull’interazione di più geni. Le singole varianti hanno infatti poco impatto, ma possono essere devastanti prese insieme. Il metodo è lo stesso usato per diagnosticare il rischio di diabete e malattia cardiache.
Per calcolare il punteggio, i ricercatori hanno usato i dati ricavati da persone adulte. Dopodiché l’hanno applicato su coorti di bambini e adolescenti, per determinare il rischio di depressione. Per rendere i risultati più precisi, hanno preso in considerazione anche i fattori ambientali che aumentano le probabilità di depressione. Hanno quindi indagato su eventi traumatici ed eventuali abusi subiti dai bambini.
Secondo gli autori, c’è ancora molto lavoro da fare. Ciononostante, i primi risultati sembrano incoraggianti. In futuro, si potrebbe usare il test multigenico per calcolare il rischio di depressione. In questo modo sarebbe più facile intervenire con terapie adeguate fin da subito, migliorando la vita di tante persone.
Fonte: uni-muenchen.de