Secondo uno studio guidato dalla professoressa Susan Murphy, presso la Duke University, troppa cannabis potrebbe ridurre la fertilità maschile. Il THC potrebbe infatti condizionare la metilazione del DNA degli spermatozoi. Il risultato? Gameti meno sani e meno in gradi di fecondare un ovocita, innescando il processo di sviluppo dell’embrione. Inoltre, la cannabis potrebbe ridurre in maniera significativa il numero di spermatozoi. Per questo motivo, la professoressa consiglia di tagliare il consumo almeno sei mesi prima di cominciare a provare ad avere un figlio.
L’utilizzo di cannabis subito prima e durante una gravidanza è al centro di un gran numero di studi. Ad oggi, è poco chiaro in che modo la sostanza influisca sullo sviluppo embrionale. In questo caso, però, al centro dello studio c’è stato l’impatto sulla fertilità maschile più che sull’embrione in sé. I ricercatori hanno infatti analizzato gli effetti del consumo su modelli animali e su 24 volontari umani.
Gli studiosi hanno comparato lo sperma di chi faceva uso di cannabis regolarmente, di chi aveva smesso da sei mesi e di chi l’aveva usata non più di 10 volte nella vita. Lo sperma degli uomini con alti livelli di THC nelle urine mostrava molte più anomalie genetiche rispetto a quello degli altri. I geni coinvolti avrebbero un impatto importante sulla fertilità e, si pensa, anche sull’eventuale sviluppo di un embrione.
Il prossimo passo sarà raccogliere un gruppo di volontari molto più ampio. In questo modo ci sarà più materiale per valutare gli effetti reali della sostanza sulla fertilità maschile.
Fonte: medicaldialogues.in