Uno studio del Boston Medical Center mostra che l’insicurezza alimentare prenatale è legata alla gravità della sindrome di astinenza neonatale. I medici hanno analizzato le conseguenze di un’alimentazione povera nelle future mamme dipendenti da oppioidi. La carenza alimentare aumenta il rischio che i neonati soffrano di sindrome di astinenza. Inoltre, i piccoli presentano sintomi più gravi e sono più soggetti a malattie croniche.
La sindrome di astinenza neonatale è una sindrome causata dall’esposizione in utero agli oppioidi. La sviluppa tra il 50% e l’80% dei neonati esposti in utero a metadone e buprenorfina. Va trattata con una specifica terapia farmacologica e nel 23% dei casi richiede anche l’ospedalizzazione.
Si sa già che l’insicurezza alimentare in gravidanza è associata a diabete gestazionale, problemi per la madre e per il bambino. I piccoli rischiano di sviluppare una vasta gamma di malattie, tra le quali obesità e diabete. In che modo l’insicurezza alimentare si collega alla sindrome di astinenza neonatale, però?
Lo studio ha incluso 75 donne incinte e in cura per la dipendenza da oppioidi. Durante il terzo trimestre, le donne hanno compilato dei questionari riguardo il loro stato mentale e la loro alimentazione. Dopo il parto, i neonati sono stati monitorati per la sindrome di astinenza neonatale e sottoposti a tutte le cure. I medici hanno incentivato l’allattamento al seno nelle donne che non stavano più facendo uso di droghe.
Più del 57% delle donne avevano avuto problemi di insicurezza alimentare durante la gravidanza. Nei loro figli il bisogno di trattamento farmacologico era 4 volte superiore rispetto a tutti gli altri. È quindi probabile che l’alimentazione influisca sul manifestarsi e sulla gravità della sindrome. In che modo non è ancora del tutto chiaro.
Fonte: medicalxpress.com