Una delle possibili applicazioni della Crispr è legata alle malattie genetiche ereditarie. I ricercatori sperano di poterla usare per correggere i difetti genetici nell’embrione, evitando che le patologie si manifestano. È però ancora presto per la pratica, poiché prevede ancora punti oscuri e incognite. I ricercatori della Weill Cornell Medical di New York hanno proposto un’alternativa: modificare il DNA degli spermatozoi.
Manipolare il DNA degli spermatozoi è molto difficile: a dispetto della membrana molto dura, sono cellule delicate. I ricercatori hanno usato un approccio nuovo per fare le modifiche senza distruggere gli spermatozoi. Hanno sottoposto le cellule a un impulso elettrico, facendo così penetrare il sistema Crispr. Gli spermatozoi sono usciti dal trattamento un po’ rallentati, ma comunque in grado di fecondare e utilizzabili nella fecondazione in vitro.
Il lavoro è stato presentato al congresso della European Society of Human Reproduction and Embryology. Secondo la rivista New Scientist, arrivare a questa conclusione è stata una vera e propria sfida. I ricercatori hanno avuto bisogno di moltissimi tentativi per trovare l’impulso ideale: 1.100 volt per 20 millisecondi.
La scoperta consentirebbe di trattare le malattie genetiche alla fonte, quanto meno nel caso di quelle trasmesse dal padre. Si calcola che le malattie genetiche causate da un solo gene mutato siano più di 10.000. La scoperta potrebbe quindi evitare la trasmissione di patologie come l’anemia falciforme, la fibrosi cistica e alcune forme di distrofia muscolare. Sarà però necessario ancora del tempo, in modo da condurre ulteriori studi e analizzare eventuali effetti negativi.
Fonte: focus.it