Il gruppo di Antonio Lanzavecchia sta sviluppando un metodo per ottenere vaccini dagli stessi anticorpi presenti nell’essere umano. Lo studio va avanti da dieci anni ed è applicabile sia nella produzione di vaccini, sia per realizzare farmaci per profilassi.
Il principio risale ai primi del Novecento, quando i sieri di pazienti convalescenti erano usati per il trattamento di tetano, difterite e influenza. Con la differenza che il nuovo metodo sarebbe di più semplice realizzazione e meno pericoloso.
Come punto di partenza i ricercatori identificano degli individui naturalmente immuni a un particolare patogeno. Fanno quindi un prelievo di sangue e isolano le cellule che producono gli anticorpi migliori. Per produrre l’anticorpo in laboratorio, sequenziano i geni che ne sono responsabili. È un sistema versatile, che consente di isolare prima gli anticorpi e di preoccuparsi solo in seguito di quale sia il loro bersaglio. Il metodo è applicabile a tutti i patogeni complessi, compresi herpes, parassiti e batteri antibioticoresistenti.
Il metodo sta già dando ottimi risultati contro il citomegalovirus, molto pericoloso in gravidanza per il feto. Il gruppo ha infatti individuato i migliori anticorpi per un nuovo trattamento, testandoli sul modello animale. La scoperta ha tra l’altro smentito una teoria precedente, che voleva che il bersaglio migliore degli anticorpi fosse una proteina di fusione detta gB. Pare invece che si ottengano risultati migliori con anticorpi che colpiscono un complesso di cinque proteine.
L’approccio del gruppo di Antonio Lanzavecchia potrebbe aiutare anche contro l’HIV e l’influenza. In questi casi è infatti possibile isolare anticorpi ad ampio spettro, che neutralizzi anche le mutazioni del virus.
Fonte: lescienze.it