Un team di ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha sviluppato un nuovo test diagnostico. Si tratta di un esame del sangue in grado di individuare i biomarcatori legati a diverse patologie. In questo modo permette di valutare l’entità del danno ed elaborare il trattamento migliore per ogni caso.
Il patrimonio genetico di base è sempre lo stesso. Ciononostante, i processi che avvengono nelle cellule dei singoli tessuti possono modificarlo. Il fenomeno si chiama metilazione e determina la specificità dei diversi tessuti. Inoltre, le cellule di un tessuto malato hanno un DNA in parte diverso da quelle di un tessuto sano.
Il test si basa su un principio noto ormai da decenni e usato anche nei test del DNA fetale. Le cellule morte rilasciano frammenti di DNA nel sangue. In teoria, dovrebbe essere possibile ricavare questo DNA da un campione di sangue e determinarne la provenienza grazie al pattern di metilazione. In pratica, isolare e decriptare questi frammenti cellulari richiede tecnologie e conoscenze avanzate.
I ricercatori israeliani hanno messo a punto una tecnica per isolare i frammenti di DNA presenti nel sangue. Esaminando questi frammenti, sono stati in grado di determinare le condizioni di salute di pazienti affetti da varie patologie. Ad esempio, hanno elaborato un modo per diagnosticare in modo più preciso il diabete mellito. Infatti, il sangue di chi ne soffre è più ricco di frammenti di cellule del pancreas rispetto alla media.
Il test dei frammenti di DNA potrebbe essere decisivo per la diagnosi precoce di tumori e patologie degenerativa. Individuando un numero eccessivo di cellule di un certo tipo, i medici sarebbero in grado di diagnosticare la malattia prima della comparsa dei sintomi.
Fonte: huffingtonpost.it