Tra il 2006 e il 2016, in Giappone i test di screening prenatale sono aumentati di 2.4 volte. Lo rivelano i ricercatori del National Center for Child Health and Development. Se nel 2006 i test prenatali sono stati circa 29.300, nel 2016 hanno superato i 70.000: sono più che raddoppiati. Quasi un quarto di questi sono stati effettuati da donne di età pari o superiore ai 35 anni.
In realtà, non ci sono dati ufficiali riguardanti il numero esatto di screening e diagnosi prenatali condotte in Giappone. I ricercatori si sono poggiati soprattutto sui dati forniti dalle strutture che si occupano di analisi ematiche e di altro tipo. A partire da questi, hanno ricavato il numero totale stimato dei test di screening prenatali invasivi e non invasivi. Nonostante l’ovvia approssimazione, la scoperta dimostra comunque quanto i test di screening prenatale stiano prendendo piede in tutto il mondo.
Analizzando i dati delle strutture e i questionari condotti, nel 2006 solo il 2,7% delle puerpere ha effettuato i test. La percentuale è salita al 15,2% tra le future mamme oltre i 35 anni. Nel 2016, le due percentuali sono salite rispettivamente al 7,2% e al 25,1%. Si è registrato un aumento soprattutto dei test del DNA fetale, saliti dai 17.500 del 2006 fino ai 35.900 del 2016.
L’aumento del test del DNA fetale è dovuto anche alla Japan Society of Obstetrics and Gynecology, che nel 2013 ha introdotto il test in un trial clinico. Solo in questo lasso di tempo, si sono registrati 13.628 test rientranti nel trial. Nonostante i numeri siano già di per sé notevoli, potrebbero essere addirittura maggiori. In Giappone ci sono infatti anche realtà non autorizzate che effettuano comunque i test.
Fonte: mainichi.jp