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In aumento le gravidanze gemellari. La causa è la IVF?

A partire dagli anni ‘80, si è assistito a un aumento delle gravidanze gemellari. Mentre prima si registravano circa 20 casi ogni 1000 nuovi nati, negli anni ‘10 del 2000 si è passati a 35 ogni 1000. Il trend ha sollevato qualche preoccupazione, dato che queste gestazioni presentano in media più complicazioni. Ci si chiede inoltre quali siano le cause. La causa può essere l’aumento nel numero di coppie che usano la IVF?

I dottori Eli Adashi e Roee Gutman della Brown University's Warren Alpert Medical School hanno analizzato i dati riguardanti le gravidanze gemellari. Lo scopo era determinare quanto la fecondazione in vitro abbia influenzato l’aumento di casi. È emerso che la IVF ha solo parte della colpa. L’aumento sarebbe in realtà dovuto all’alzarsi dell’età media delle future mamme, sarebbe quindi in buona parte naturale e frutto di un fenomeno sociale.

Si sa da diverso tempo che le donne più adulte hanno più probabilità di incorrere in gravidanze gemellari. Ci sono addirittura articoli di 150 anni fa sull’argomento. Ciononostante, il fenomeno è stato analizzato poco e senza dati statistici misurabili. Fino ad oggi, quanto meno. Lo studio dei due medici parte infatti dai dati raccolti in periodi nei quali la IVF non esisteva.

Il punto di partenza sono state le gravidanze tra il 1949 e il 1966, prima della fecondazione assistita. I ricercatori hanno scoperto che le donne sopra il 35 anni avevano 3 volte le probabilità di avere parti gemellari. Le probabilità erano 4 volte maggiori nel caso di donne afroamericane. Di solito i bambini erano gemelli eterozigoti, quindi non identici.

In un secondo momento, i ricercatori hanno analizzato i dati dal 1971 al 2016. Nei periodi di cambiamento grande sociale, c’è stato un tasso maggiore di neo-mamme di 30-40 anni. La percentuale è passata dal 14% del 1971 al 42% del 2015 (31% tra le donne afroamericane). A questo fenomeno è corrisposto anche un aumento della fecondazione in vitro e del numero di parti gemellari.

La fecondazione in vitro ha contribuito all’aumento di parti gemellari. Eppure, nel 2016 pare essere stata causa solo del 24% di questi.

Fonte: brown.edu

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