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Dubbi sugli effetti prenatali di un farmaco contro l’epilessia

La Commissione Europea sta prendendo in esame un bando parziale del sodio valproato in gravidanza. Il farmaco contro l’epilessia comporterebbe infatti gravi rischi per il feto. Per questo motivo, i ricercatori della BMJ stanno discutendo il rapporto tra rischi e benefici del trattamento.

Il sodio valproato si è dimostrato efficace contro epilessia, disordine bipolare ed emicrania. In alcuni casi di epilessia, è addirittura l’unica opzione viabile. Purtroppo, pare che l’esposizione prenatale al farmaco aumenti di molto il rischio di malformazioni.

Secondo i dati, il farmaco aumenta del 10% il rischio di anomalie fisiche e del 30-40% il rischio di problemi mentali. Tra i possibili effetti ci sono disturbi dello spettro autistico e deficit comportamentali. Nel solo Regno Unito, i bambini che hanno subito danni dal sodio valproato sono stati 20.000 a partire dagli anni ‘70. D’altra parte, la messa a bando del farmaco in gravidanza non è una scelta facile.

L’Agenzia Europea per i Medicinali ha raccomandato l’uso del farmaco in gravidanza solo in assenza di altre terapie. Inoltre, ha decretato che non debba essere prescritto a donne in età fertile che non usino metodi contraccettivi. Purtroppo, non tutte le donne che soffrono di epilessia conoscono i rischi del sodio valproato e non tutte hanno alternative.

I neurologi Heather Angus-Leppan e Rebecca Liu consigliano comunque l’uso del farmaco in gravidanza. Almeno in alcuni casi. Secondo i due, infatti, un attacco epilettico è un grosso rischio sia per la donna sia per il feto. Qualora non ci fossero terapie alternative, quindi, sarebbe comunque meglio affrontare la malattia. Piuttosto, il vero pericolo sarebbe proseguire la terapia senza farsi seguire da uno specialista.

Fonte: medicalxpress.com

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