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Le terapie biologiche sono pericolose in gravidanza?

Usare terapie biologiche in gravidanza è pericoloso per il bambino? Secondo uno studio dell’Università della California a San Diego, la risposta è no. I trattamenti per l’artrite reumatoide e altre malattie non aumentano il rischio che il bambino sviluppi infezioni opportunistiche.

Pneumonia, meningite e tubercolosi sono alcune delle infezioni opportunistiche più conosciute. I ricercatori volevano assicurarsi che le terapie biologiche non ne facilitassero la comparsa. I farmaci biologici, infatti, tengono a bada il sistema immunitario per evitare che attacchi l’organismo stesso. Il timore era che il processo esponesse il feto a un maggior numero di infezioni.

Lo studio analizza dati raccolti dal 2004 e il 2016, riguardanti più di 1.000 gravidanze. Gli scienziati hanno analizzato i dati di donne incinte affette da malattie autoimmuni, trattate mediante terapie biologiche. Per ogni paziente, hanno segnato le date di assunzione dei farmaci, prendendo nota di eventuali interruzioni della terapia in gravidanza.

I dati comprendevano 502 gravidanze di donne affette da artrite reumatoide sottoposte a terapie biologiche. Delle gravidanze analizzate, inoltre, 231 riguardavano donne affette dalla malattia che avevano interrotto le terapie. Il gruppo di controllo era invece incentrato su 423 gravidanze.

Dopo il parto, i ricercatori hanno raccolto i dati sul tasso di infezioni dei neonati. Si sono concentrati su infezioni gravi come sepsi, pneumonia, meningite e altre. È così emersa una differenza minima tra i diversi gruppi. Le infezioni hanno interessato: il 4% dei figli di quante non avevano interrotto le terapie; il 2,6% dei figli delle donne che avevano interrotto le terapie; il 2,1% dei bambini del gruppo di controllo.

Lo studio prova che le terapie non aumentano in maniera significativa il rischio di infezioni gravi. È vero però che mancano ancora studi sulle infezioni di media entità.

Fonte: rheumatology.org

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