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Sviluppato un nuovo modo per salvaguardare la fertilità dei giovani uomini

I tessuti testicolari di 189 giovani uomini dimostrano che la fertilità può sopravvivere alla chemioterapia, con le tecniche giuste. Il team della dottoressa Hanna Valli-Pulaski ha analizzato i tessuti prelevati per le biopsie. Al loro interno ci sono cellule progenitrici degli spermatozoi, utilizzabili per ottenere gameti da usare per la IVF.

Alcuni bambini malati di tumore sono troppo giovani per produrre sperma da conservare. Anche i più grandi, possono avere problemi in tal senso durante le terapie, a causa dello stress. Fino a qualche anno fa, questo avrebbe negato loro qualsiasi possibilità di avere figli in età adulta. La chemioterapia tende infatti a ridurre o annullare la fertilità dei soggetti. Nell’ultimo periodo, stanno quindi nascendo delle alternative. La conservazione del tessuto testicolare è una di queste.

I tessuti prelevati con le biopsie contengono cellule staminali, che potrebbero generare nuovi spermatozoi. Lo studio in questione dimostra che queste cellule staminali indifferenziate potrebbero essere ricavate anche da chi è nelle prime fasi del trattamento. Questo lascia quindi un maggiore lasso di tempo per agire, in modo da determinare come separare cellule sane e tumorali presenti nei campioni.

Lo studio prevede anche incontri tra medici e famiglie dei pazienti incentrati solo sulla futura fertilità. L’obiettivo è analizzare i benefici sulla vita post-tumore e anche promuovere alternative oggi poco conosciute. Ad oggi, solo il 39% dei pazienti utilizza uno strumento di preservazione della fertilità.

Fonte: eurekalert.org

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