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Nuovo progetto di ricerca contro linfoma non-Hodgkin

Antonio Candidi era un ragazzo di Lariano, morto nel 2017 a causa di un linfoma non-Hodgkin. La famiglia e gli amici di Antonio hanno deciso di celebrarne il ricordo nel modo migliore: aiutando a salvare altre vite. Hanno infatti attivato un torneo sportivo con una raccolta fondi, destinata alla Fondazione Italiana Linfomi (FIL). Grazie alla loro generosità e a quella dei partecipanti, la FIL avvierà un nuovo progetto di ricerca sulla malattia.

Il progetto della Fondazione Italiana Linfomi avrà il titolo “Confronto tra espressione Immunoistochimica e Genica delle vie metaboliche di BCL-2, CD38, PD1 e PD1-L mediante piattaforma NanoString in pazienti con Linfoma T Periferico Nodali”. Qual è l’obiettivo che si cela dietro un titolo tanto lungo?

I ricercatori confronteranno due tecniche usate per analizzare i marcatori genetici. Si concentreranno in particolare sulle molecole di mRNA, responsabili della codifica delle informazioni durante la trascrizione del DNA. Le molecole portano le informazioni ai siti in cui avviene la sintesi proteica. Il loro livello di espressione potrebbe quindi influenzare la risposta alle terapie farmacologiche.

Comprendere il legame tra livelli di espressione di mRNA ed efficacia dei trattamenti è fondamentale. Permetterebbe di individuare fin da subito i farmaci più efficaci per un determinato paziente. In questo modo sarebbe più facile massimizzare l’efficacia delle terapie grazie a soluzioni personalizzate.

I ricercatori hanno presentato il Progetto alla Commissione Scientifica Linfomi T della Fondazione Italiana Linfomi, che lo ha già approvato. A capo dello studio ci saranno il professor Francesco Zaja, Responsabile dell'Ematologia dell'Azienda sanitaria-universitaria integrata Trieste (ASUITS), e il professor Stefano Pileri, docente di Anatomia Patologica all’Alma Mater Studiorum e direttore dell’Unità di Diagnosi Emolinfopatologia all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano.

Fonte: osservatoriomalattierare.it

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