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Aurora magazine

Entro il 2025 in UK un programma di screening contro l’Alzheimer

David Cameron ha giurato che entro il 2025 sarà possibile curare o quanto meno rallentare l’Alzheimer. Gli scienziati stanno lavorando per venire incontro a questa promessa così impegnativa: sono in corso i test per nuovi trattamenti, che potrebbero rivelarsi determinanti almeno contro alcune forme della malattia. Il vero punto di svolta, però, sarebbe scoprire come individuare la malattia nelle prime fasi. Per questo motivo, i ricercatori stanno lavorando anche per trovare nuove tecniche di screening non invasivo.

Solo nel Regno Unito ci sono circa 850 mila persone affette da demenza e 500 mila che soffrono di Alzheimer. Al momento mancano però cure efficaci per affrontare la malattia. I ricercatori avevano posto grandi speranze nei trial per il solanezumab, un nuovo farmaco contro l’Alzheimer, ma i risultati si sono rivelati deludenti. Secondo gli studiosi, però, non tutto è perduto: l’errore potrebbe stare non tanto nel farmaco, ma quanto nei pazienti scelti per i trial.

Lo scopo del solanezumab è eliminare le piaghe che infestano il cervello dei pazienti, uccidendone i neuroni. I ricercatori l’hanno quindi somministrato a pazienti ai primi stadi, con l’idea di arginare i danni fin dall’inizio. Secondo molti, potrebbe essere stato comunque troppo tardi: i cervelli dei pazienti presentavano già danni irreversibili, nonostante la malattia fosse stata diagnosticata da pochissimo. Le placche cominciano infatti a formarsi ben prima che si manifestino i sintomi classici e a quel punto il farmaco può fare poco contro di esse.

La chiave affinché il solanezumab o altri farmaci contro l’Alzheimer funzionino è la diagnosi precoce. Ben più precoce di quelle disponibili oggi. Ecco perché secondo Dr Nick Fox, Professore di Neurologia all’Università di Londra, la cura per questa malattia passa attraverso la ricerca di nuovi metodi di screening. Attraverso questo e attraverso la prescrizione preventiva del farmaco a soggetti ad alto rischio di Alzheimer. Se le tecniche si mostrassero efficaci, forse si avrebbe veramente un modo per combattere la malattia. Si farà però in tempo per il 2015?

Fonte: telegraph.co.uk