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Aurora magazine

I farmaci per l’HIV potrebbero influenzare lo screening prenatale

Le donne incinte positive all’HIV prendono dei farmaci chiamati inibitori delle integrasi. Secondo uno studio di Aleha Aziz del Montefiore Medical Center, gli inibitori diminuiscono i livelli di DNA fetale nel sangue materno. Ciò rende più difficile effettuare i test di screening prenatale non invasivi.

I ricercatori hanno analizzato il sangue di 20 pazienti che hanno preso gli inibitori durante la gravidanza. Lo hanno confrontato con quello di 40 pazienti che invece non li prendevano. Le donne erano tutte nelle prime fasi della gravidanza, tra i 30 e 31 anni, provenienti da diversi gruppi etnici.

Le donne del primo gruppo hanno mostrato di avere molte meno cellule del feto in circolazione. Il fenomeno era marcato in particolare tra quante stavano prendendo i farmaci durante la prima visita prenatale. Si è rivelata invece poco significativa la differenza tra donne HIV positive e donne HIV negative.

Secondo gli autori, il fenomeno potrebbe derivare anche dalle condizioni immunitarie delle pazienti. Le pazienti con meno materiale in circolo erano infatti quelle con una carica virale meno alta. Le donne che non stavano prendendo i farmaci mostravano invece una carica virale più alta. Ciò avrebbe potuto contribuire ad aumentare la frazione fetale e il materiale genetico in circolo.

Lo studio solleva un problema che nessuno si era mai posto: i test di screening prenatale non invasivi funzionano in combinazione con certi farmaci? Gli autori hanno dimostrato che certe analisi potrebbero essere meno efficaci per una intera fascia della popolazione. Ne consegue che i medici dovranno cambiare approccio con certi soggetti.

Fonte: medpagetoday.com