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Nettie Stevens, la genetista che scoprì i cromosomi sessuali

La presenza o l’assenza, del cromosoma Y determinano il sesso di una persona. Questo lo sappiamo grazie a Nettie Stevens, genetista e microbiologa statunitense, che oggi ricordiamo per il 155° anniversario della sua nascita.

Il 7 Luglio 1961, infatti, a Cavendish (Vermont) nacque Nettie Maria Stevens, una delle prime donne scienziato nelle scienze biologiche. La genetista si laureò in due anni invece che in quattro e dopo un po’ di anni di insegnamento entrò al Bryn Mawr College, uno dei pochi istituti di ricerca in cui era consentito studiare anche alle donne.

Qui, studiando i vermi nella farina, Nettie Stevens scoprì che lo sperma dei maschi conteneva sia il cromosoma X che il cromosoma Y, mentre le cellule riproduttive femminili contenevano solo il cromosoma X. Questo ha provato che il sesso è determinato dal patrimonio genetico di un organismo. Nell’uomo si parla della combinazione di due cromosomi per determinare il sesso: XX per le femmine e XY per i maschi.

Ad inizio ‘900 continuò a fare studi sugli insetti, compreso il moscerino della frutta, osservando e descrivendo le differenze nei cromosomi dei gameti associati alle differenze di sesso. In quegli anni furono pubblicati i risultati delle sue ricerche ma per molto tempo non le venne riconosciuto il merito di quelle scoperte. Fu una delle prime scienziate a sperimentare la classica sottovalutazione dei risultati scientifici delle donne.

Il merito delle ricerche venne, infatti, attribuito a Thomas Hunt Morgan, genetista all’epoca molto famoso che continuò gli studi di Nettie Stevens dopo che lei gli inviò le sue ricerche chiedendogli un suo parere. Proprio per aver rubato questi studi Morgan vinse il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1933.
La genetista morì di cancro al seno nel 1912, a soli 51 anni, venendo ignorata a causa di Morgan e dei suoi colleghi che la definirono soltanto una “buona tecnica da laboratorio”.

Oggi google celebra i 155 anni dalla sua nascita, per restituire a questa grande scienziata tutto l’onore che merita.

Fonte: focus.it